sabato 23 giugno 2018

I Board-wargame ed il loro futuro - PARTE1. La mia modesta opinione sull’argomento


Piuttosto spesso, quando parlo con altri giocatori e ideatori di board-wargame, c’è una questione che viene fuori: qual è il futuro dei board-wargame? Ovviamente, la risposta ad un quesito del genere è tutt’altro che semplice, e differenti scenari potrebbero essere presi in considerazione, visto che il mercato è in continuo cambiamento e potrebbe riservarci delle inaspettate sorprese. Proverò a dare il mio personale, soggettivo (e conseguentemente fallace) punto di vista sulla questione. Ho sempre pensato che, fino ad ora, il successo dell’attività di gioco nel campo dei board-wargame sia stato strettamente legato a… la demografia. Lasciatemi prima spiegare cosa intendo con “demografia”. Fondamentalmente, intendo l’età della maggior parte dei giocatori (o del nocciolo duro di essi) in un dato periodo di tempo. Se si guarda agli alti e bassi dell’attività board-wargamistica, è chiaro come l’”età dell’oro” di questo hobby, qui in Europa, siano stati gli anni 80. In quel periodo i board-wargame divennero così popolari che potevi reperire e acquistare dei board-wargame anche nei negozi di giocattoli, assieme a Monopoli o Risiko. Un qualcosa di inconcepibile oggi, che un board-wargamer non potrebbe neanche sognarsi! Quella generazione (la chiamerò “i ragazzi degli anni 80”) andava grosso modo dai primi adolescenti (tredici o quattordicenni) ai primi ventenni (ventenni o ventunenni). La vita per noi (io sono uno di loro) era relativamente facile. Il più delle volte, potevamo fare affidamento sui nostri genitori per i nostri acquisti (inoltre, l’economia per gran parte degli anni 80 andò bene) ed avevamo così taaaaanto tempo da spendere giocando i nostri wargame preferiti con gli amici. Ma la vita cambia, e le persone hanno questa singolare ed inspiegabile tendenza a crescere (!?). I ragazzi degli anni 80 presto dovettero trovarsi un lavoro e sistemarsi: una famiglia, una carriera magari. Quel tipo di cose che solitamente fanno preferire ad ognuno di noi passare del tempo libero con i figli (o dormendo!) piuttosto che a leggere un libretto di regole di 15 pagine. Così, negli anni 90 cominciò un lento ma inesorabile declino del gioco con i wargame (anche a causa della competizione con i videogame) che continuò fino al nuovo millennio. La maggior parte di noi ragazzi degli anni 80 eravamo occupati a fare altro, o potevamo (volento o nolenti) comunque dedicare molto meno tempo ed energia a giocare ai wargame. I nostri vecchi compagni di gioco erano probabilmente in una situazione simile. Così, anche per coloro che avevano voglia di continuare a giocare, trovare altri giocatori con cui farlo diveniva sempre più difficile…se non impossibile. Molti di noi smisero di giocare (io di sicuro fui uno di questi), giocavano molto meno, o giocavano giochi in solitario. Solo qualche giocatore incallito riusciva ancora a giocare con altri giocatori. Quelli più fortunati giocando faccia a faccia, magari in una di quelle convention che iniziavano ad assomigliare sempre più a degli zoo, dove le specie in pericolo di estinzione vengono protette e mantenute, oppure via internet (prima tramite email, poi tramite software come Vassal o Aide de Camps). I wargamer divenivano sempre di meno, ed il mercato si contraeva. Fino a quando sembrò arrivare l’alba di una nuova era. Negli ultimi dieci anni, o giù di lì, (non ho alcuna statisica cui fare riferimento, ma sarebbe molto interessante averne) quella che da molti è considerata una nuova “età dell’oro” sembra essere iniziata. Non fraintendetemi, i board-wargame sono ancora una faccenda di nicchia se paragonati ad altri tipi di giochi da tavolo. Tuttavia, un interesse crescente ed il numero di giochi nuovi annualmente stampati e venduti indica una certa “rinascita” dell’hobby, facendo prevedere ad alcuni di noi un futuro più roseo. Ma è veramente così? E’ tutto dovuto ad un crescente interesse tra le generazioni di giocatori più giovani? Non credo. Questo è quello che è successo: i ragazzi degli anni 80 sono invecchiati, la maggior parte di essi ha un lavoro più o meno stabile ormai, i loro figli sono diventati grandi. In parole povere, hanno cominciato ad avere più tempo libero, più soldi, più energie da dedicare al loro vecchio hobby. Alcuni di quelli che avevano abbandonato il gioco hanno ripreso a giocare, solo che ora più che mai possono permettersi di spendere soldi e tempo in quantità giocando i wargame, e magari presenziando qualche convention. Se questo è vero, allora le cose andranno ancora meglio per l’hobby il prossimo paio di decadi, grosso modo, man mano che i ragazzi degli anni 80 inizieranno ad andare in pensione e ad avere ancora più tempo e denaro per il loro amato passatempo. E poi? Chi prenderà il loro posto? Per il momento non c’è neanche l’ombra di una nuova generazione di wargamer. I wargamer giovani sono probabilmente a mala pena abbastanza per tenere in vita il mercato dei wargame, figuriamoci se possono farlo crescere sostituendo quelli vecchi in numero congruo. Il futuro di quest’hobby è come minimo incerto, se non proprio fosco. A meno che noi giocatori, ideatori ed editori di giochi non facciamo uno sforzo reale per cambiarlo. Come? Ne parlerò in un prossimo articolo. Per ora, vi auguro buon gioco ovunque siate e qualsiasi cosa stiate giocando.

Nessun commento:

Posta un commento