WBS Games Workshop
L'officina di WBS Games
sabato 20 marzo 2021
Diario di sviluppo di Warzone parte 4
mercoledì 24 febbraio 2021
Diario di sviluppo di Warzone Parte 3
Un esempio della tabella dei terreni sul Player Aid |
lunedì 28 dicembre 2020
Diario di sviluppo di Warzone - Parte 2
giovedì 29 ottobre 2020
Diario di sviluppo di Warzone - Parte 1
Anche se può sembrare strano iniziare un Diario Sviluppatori quando il progetto è quasi finito, vogliamo condividere con voi la parte finale del percorso che ci porterà a presentarvi il nostro nuovo gioco da tavolo.
Lo scopo principale del diario è quello di creare un canale comunicativo fra i disegnatori del gioco e i giocatori: quindi sentitevi liberi di postare qualsiasi domanda riguardo il gioco. Per questa ragione , il diario verrà pubblicato proprio qui, su BGG, per rendere la discussione più facile e meno dispersiva. Chiaramente Warzone è un gioco che copre la guerra tattica moderna e che introduce alcuni nuovi ed interessanti concetti e meccaniche in questa nicchia.
Una delle più interessanti è l’utilizzo di punti risorsa per attivare le unità: in un round ogni giocatore ha una data quantità di risorse da usare per muovere, combattere ed operare nella zona di guerra (warzone). Non ci sono altre importanti limitazioni: questo significa che puoi usare le stesse unità più volte di fila, unità differenti o una mix di queste soluzioni. Ciò rende il gioco molto fluido ed intuitivo.
Le risorse sono un insieme di elementi concettuali, non dimensionali che includono tempo, armamento, azioni e dottrina d’impiego impiegati in combattimento.
Operare in una moderna zona d’operazioni significa muovere attraverso essa tatticamente, identificare eventuali minacce in un ambiente asimmetrico, ingaggiarle ed eliminarle.
Il movimento dipende dalle caratteristiche del terreno (semplificate per includerne solo tre tipi chiave: aperto, in copertura e alto) e dalle unità che operano su quel terreno (fanteria, veicoli, elicotteri). Nel combattimento sono coinvolte le armi leggere o pesanti con le quali sono equipaggiate le unità, a seconda della minaccia da affrontare. Ogni arma richiede il suo specifico consumo di risorse ed ha prestazioni proprie.
Le azioni vanno da quelle standard ad azioni specifiche che solo determinate unità possono svolgere quali ricognizione, far detonare ordigni o “martirio”, per nominarne solo alcune.
Ogni qual volta un giocatore usa delle risorse, egli riduce il suo quantitativo finchè, andando al di sotto del livello di risorse del suo avversario, non sarà costretto a fermarsi e consentire all’altro giocatore di diventare il giocatore attivo. I due giocatori si alternano così nel ruolo di giocatore attivo e reattivo. Questo flusso altalenante di azioni bilancia il gioco poiché più giochi nel ruolo di giocatore attivo, più risorse accumulerà il tuo avversario al fine di reagire alle tue azioni con un singolo colpo possente o con tante reazioni di entità minore.
Queste sono le basi del gioco, ma andremo a dare un’occhiata più approfondita ad esso nelle prossime pagine di questo diario.
Al momento stiamo lavorando ai due manuali di regole del gioco: il manuale “Impara giocando”, che vi introdurrà gradualmente al gioco tramite specifici scenari introduttivi, e quello classico.
Allo stesso tempo, stiamo producendo il primo prototipo fisico al fine di testare la leggibilità e l’ergonomia del gioco.
E’ tutto per il primo post introduttivo, seguici per i prossimi aggiornamenti che seguiranno...molto presto.
giovedì 1 ottobre 2020
Introducing Warzone
domenica 13 settembre 2020
La verità sul silenzio di WBS Games (e perché tenerci d'occhio)
"L'Italia latita, ma si sa:
nessuno è profeta in patria"
mercoledì 26 settembre 2018
WBS Games - Roadmap dei prossimi titoli in arrivo
Il Ritorno di Grandi Classici...
We Were Brothers 2a Edizione + Espansione
Dark Ages 2a Edizione + Espansione France (Play Modena 2019)
...E l'arrivo di fantastiche novità
It was too late (Modena Play 2019)
Let's have a war! (Modena Play o Essen Spiel 2019)
Battle for the Atlantic (Q4 2019 - Q1 2020)
Valley (2020)
We Were Brothers - The Card Game (2020)
Team Orders (2020)
sabato 14 luglio 2018
I board-wargame ed il loro futuro - PARTE2. Come le cose potrebbero cambiare
Sono dell'opinione che questo sia destinato ad un declino, fino quasi alla scomparsa totale, quando quella che ho chiamato generazione dei ragazzi degli anni '80 non ci sarà più. Volendo vedere le cose con un pò di ottimismo, tuttavia, penso che molto possa esser fatto per evitarlo, se tutti noi (giocatori, disegnatori di giochi, editori ed organizzatori di convention) facciamo uno sforzo supplementare per attirare le generazioni più giovani e fargli mantenere in vita quest' hobby. Proverò a suggerire quello che tutti coloro che ricoprono questi ruoli possono fare per divulgare il board-wargame, e cosa dovrebbero evitare di fare se vogliamo dare ad esso qualche possibilità di sopravvivere.
-I GIOCATORI-
Sì, giocare veramente intendo, non insegnare loro prima tutte le regole e poi farli giocare. Per quando avrai finito di spiegare nel dettaglio tutto il sistema di regole, saranno probabilmete troppo confusi e stanchi perchè si godano il gioco. Se un gioco è semplice (e dovrebbe esserlo se hai a che fare con dei giocatori che vogliono diventare wargamer), farli giocare da subito non dovrebbe essere così difficile. Non fategli una lezione, insegnate loro le regole gradualmente, facendogli "fare". Ditegli quali opzioni hanno e metteteli in guardia sulle conseguenze che queste opzioni potrebbero implicare. Fategli compiere delle scelte. Tutto sarà più appagante, meno faticoso e pìù divertente per loro (e per voi). Un'altra cosa: insegnate a giocare giochi che siano facilmente reperibili ed acquistabili. Non ha molto senso insegnare a qualcuno a giocare ad un gioco quasi impossibile da trovare oggi, o che costa più di 100 euro (o entrambe le cose!). Difficilmente troverai un nuovo giocatore disposto ad investire a cuor leggero così tanti soldi in un nuovo hobby come i wargame da tavolo.
Semplice non significa necessariamente infantile. Non sottostimate i sistemi semplici. Disegnare un gioco semplice ma bello può in realtà rivelarsi più difficile che disegnarne uno complesso. Tenete anche a mente che se volete attrarre giocatori più giovani, il 3D è la chiave. Le classiche pedine 2D dei wargame sono la cosa meno attraente al mondo per i giovani. A me piacciono ancora, non fraintendetemi, ma per chi è nato nel nuovo millennio sono come tornare al cinema muto in bianco e nero dopo essere cresciuto con film a colori e in Dolby surround. Non potete certo aspettarvi che gridino "Wow!", giusto? Non dovrete necessariamente usare delle miniature; anche i blocchetti di legno funzionano bene (pensate a Commands & Colors della GMT, la serie Hold Fast della Worthington Publishing, per non menzionare i giochi della Columbia Games o della nostrana Ventonuovo).
mercoledì 11 luglio 2018
Board-wargames and their future - PART2. How things may change.
In my opinion, the hobby is going to decline almost into complete oblivion, after the generation of the 80s kids, as I called it, is gone. But on a more positive note, I think that a lot can still be done if all of us (players, designers, publishers and convention organizers) make an extra effort to lure the younger generations and make them keep this hobby alive. I'm going to try and suggest what all the players involved can do to spread board-wargaming, and what they shouldn't if we want to give it a chance of survival.
-GAMERS-
Yes, I really mean playing, not teaching them all the rules first and then have them play. By the time you've finished going over all the nuts and bolts of a rule set, they'll probably be too confused and tired to enjoy the game. If a game is straightforward (and it should be, if you are dealing with young would-be wargamers), having them play right away shouldn't be that hard. Don't lecture them, teach them the rules gradually, by doing things. Tell them which options they have and warn them about the consequences that those options might imply. Let them make choices. It will be more rewarding, less tiring and more fun for them (and for you). One more thing: Teach games that are easy to find and buy. It doesn't make much sense teaching somebody a game that is next to impossible to find nowadays, or that is over a hundred bucks (or both!). You'll hardly find any new gamer willing to invest lightheartedly so much money on a new hobby like board wargames.
Simple doesn't mean babyish. Don't overlook simple systems. Designing a simple but good game can actually be more challenging than designing a complex one. Bear also in mind that if you want to appeal to younger gamers, 3D is the key. The classic 2d wargame counters are the less attracting things on earth for the young. I still like them, don't get me wrong, but for someone born in the new millennium they are like going back to black and white, silent movies after being brought up with color movies and Dolby surround. You can't really expect them to cry "Wow!", can you? You don't necessarily need to use miniatures; also wooden blocks work very well (think of Commands & Colors by GMT, Hold Fast by Worthington Publishing, not to mention the games by Columbia Games and Ventonuovo).
sabato 23 giugno 2018
I Board-wargame ed il loro futuro - PARTE1. La mia modesta opinione sull’argomento
Piuttosto spesso, quando parlo con altri giocatori e ideatori di board-wargame, c’è una questione che viene fuori: qual è il futuro dei board-wargame? Ovviamente, la risposta ad un quesito del genere è tutt’altro che semplice, e differenti scenari potrebbero essere presi in considerazione, visto che il mercato è in continuo cambiamento e potrebbe riservarci delle inaspettate sorprese. Proverò a dare il mio personale, soggettivo (e conseguentemente fallace) punto di vista sulla questione. Ho sempre pensato che, fino ad ora, il successo dell’attività di gioco nel campo dei board-wargame sia stato strettamente legato a… la demografia. Lasciatemi prima spiegare cosa intendo con “demografia”. Fondamentalmente, intendo l’età della maggior parte dei giocatori (o del nocciolo duro di essi) in un dato periodo di tempo. Se si guarda agli alti e bassi dell’attività board-wargamistica, è chiaro come l’”età dell’oro” di questo hobby, qui in Europa, siano stati gli anni 80. In quel periodo i board-wargame divennero così popolari che potevi reperire e acquistare dei board-wargame anche nei negozi di giocattoli, assieme a Monopoli o Risiko. Un qualcosa di inconcepibile oggi, che un board-wargamer non potrebbe neanche sognarsi! Quella generazione (la chiamerò “i ragazzi degli anni 80”) andava grosso modo dai primi adolescenti (tredici o quattordicenni) ai primi ventenni (ventenni o ventunenni). La vita per noi (io sono uno di loro) era relativamente facile. Il più delle volte, potevamo fare affidamento sui nostri genitori per i nostri acquisti (inoltre, l’economia per gran parte degli anni 80 andò bene) ed avevamo così taaaaanto tempo da spendere giocando i nostri wargame preferiti con gli amici. Ma la vita cambia, e le persone hanno questa singolare ed inspiegabile tendenza a crescere (!?). I ragazzi degli anni 80 presto dovettero trovarsi un lavoro e sistemarsi: una famiglia, una carriera magari. Quel tipo di cose che solitamente fanno preferire ad ognuno di noi passare del tempo libero con i figli (o dormendo!) piuttosto che a leggere un libretto di regole di 15 pagine. Così, negli anni 90 cominciò un lento ma inesorabile declino del gioco con i wargame (anche a causa della competizione con i videogame) che continuò fino al nuovo millennio. La maggior parte di noi ragazzi degli anni 80 eravamo occupati a fare altro, o potevamo (volento o nolenti) comunque dedicare molto meno tempo ed energia a giocare ai wargame. I nostri vecchi compagni di gioco erano probabilmente in una situazione simile. Così, anche per coloro che avevano voglia di continuare a giocare, trovare altri giocatori con cui farlo diveniva sempre più difficile…se non impossibile. Molti di noi smisero di giocare (io di sicuro fui uno di questi), giocavano molto meno, o giocavano giochi in solitario. Solo qualche giocatore incallito riusciva ancora a giocare con altri giocatori. Quelli più fortunati giocando faccia a faccia, magari in una di quelle convention che iniziavano ad assomigliare sempre più a degli zoo, dove le specie in pericolo di estinzione vengono protette e mantenute, oppure via internet (prima tramite email, poi tramite software come Vassal o Aide de Camps). I wargamer divenivano sempre di meno, ed il mercato si contraeva. Fino a quando sembrò arrivare l’alba di una nuova era. Negli ultimi dieci anni, o giù di lì, (non ho alcuna statisica cui fare riferimento, ma sarebbe molto interessante averne) quella che da molti è considerata una nuova “età dell’oro” sembra essere iniziata. Non fraintendetemi, i board-wargame sono ancora una faccenda di nicchia se paragonati ad altri tipi di giochi da tavolo. Tuttavia, un interesse crescente ed il numero di giochi nuovi annualmente stampati e venduti indica una certa “rinascita” dell’hobby, facendo prevedere ad alcuni di noi un futuro più roseo. Ma è veramente così? E’ tutto dovuto ad un crescente interesse tra le generazioni di giocatori più giovani? Non credo. Questo è quello che è successo: i ragazzi degli anni 80 sono invecchiati, la maggior parte di essi ha un lavoro più o meno stabile ormai, i loro figli sono diventati grandi. In parole povere, hanno cominciato ad avere più tempo libero, più soldi, più energie da dedicare al loro vecchio hobby. Alcuni di quelli che avevano abbandonato il gioco hanno ripreso a giocare, solo che ora più che mai possono permettersi di spendere soldi e tempo in quantità giocando i wargame, e magari presenziando qualche convention. Se questo è vero, allora le cose andranno ancora meglio per l’hobby il prossimo paio di decadi, grosso modo, man mano che i ragazzi degli anni 80 inizieranno ad andare in pensione e ad avere ancora più tempo e denaro per il loro amato passatempo. E poi? Chi prenderà il loro posto? Per il momento non c’è neanche l’ombra di una nuova generazione di wargamer. I wargamer giovani sono probabilmente a mala pena abbastanza per tenere in vita il mercato dei wargame, figuriamoci se possono farlo crescere sostituendo quelli vecchi in numero congruo. Il futuro di quest’hobby è come minimo incerto, se non proprio fosco. A meno che noi giocatori, ideatori ed editori di giochi non facciamo uno sforzo reale per cambiarlo. Come? Ne parlerò in un prossimo articolo. Per ora, vi auguro buon gioco ovunque siate e qualsiasi cosa stiate giocando.